Categorie
Ita

Stati di Coscienza non Ordinaria

(2 minuti di lettura)
Cosa sono? Sono dannosi, o ci aiutano a vivere meglio?

Gli stati di coscienza non ordinaria, che possiamo anche definire come “altra” coscienza o coscienza alterata (termine usato dagli anglosassoni), sono, contrariamente a quanto si possa pensare, essenziali per la nostra sanità mentale. Perché senza di loro siamo continuamente attratti dal dolore e dalla sofferenza dell’attaccamento e dagli stretti confini di una consapevolezza limitata. Ad esempio, limitata al solo pensiero logico-deduttivo.

Uno stato non ordinario è invece uno spostamento della coscienza in una realtà diversa, con le sue diverse leggi di energia. La meditazione è un buon esempio: produce diverse attività delle onde cerebrali, con i suoi corrispondenti cambiamenti fisiologici. I cambiamenti a volte drammatici nel funzionamento del corpo mentale ci portano in un diverso stato fisiologico in cui vediamo il mondo dentro e fuori in modo molto diverso.

Questo cambiamento di punto di vista è necessario per la nostra vita, perché la nostra tendenza è vedere la vita da una limitata prospettiva lineare che crea la rigidità delle visioni fisse dando origine al “blocco” dell’attaccamento karmico. Lo stato non ordinario ci fa cambiare, è un flusso di coscienza attraverso l’intera gamma della multidimensionalità. Questo flusso è in continua evoluzione e produce una visione olografica della vita.

Ma attenzione: l’equilibrio è la chiave per l’integrazione della multidimensionalità. Siamo qui nel corpo umano per padroneggiare l’esperienza umana. Il risveglio degli stati di coscienza “altra” è quello stato di vita che deve dare origine all’azione, al pensiero consapevole e alla realizzazione.

Come accennato in precedenza, se siamo limitati a soli stati di coscienza di veglia, sogno e sonno profondo, abbiamo una tendenza alla fissazione e alla rigidità. Abbiamo bisogno di uno spostamento della coscienza in uno stato diverso dai tre abituali. Infatti gli stati non ordinari portano crescita e miglior equilibrio tramite l’espansione della coscienza oltre gli stati abituali. È essere chiari, svegli. È poter passare all’esperienza multidimensionale per vedere molti punti di vista e la relatività del mondo fenomenico.

Emotivamente, rilascia attaccamenti a sentimenti intensi, ci permette di lasciar andare i nostri problemi bloccati come giudizio, rabbia, paura, ecc. Mentalmente, ci aiuta a capire che la verità è relativa. Fisicamente, gli stati non ordinari possono portarci in diversi equilibri fisiologici che, fornendoci un diverso funzionamento, non solo espandono la nostra capacità di funzionare in una varietà di modi, ma aiutano ad “allentarci” in modo da essere più flessibili, adattabili e meno abituali. Potremmo essere in grado di riposare più profondamente, o permettere all’attività della mente di calmarsi o di essere stimolata a una maggiore creatività, o aperta a materiale inconscio e a potenziali latenti come le abilità psichiche.

Molte volte gli stati non ordinari sono creati appositamente da: pratica mentale come la meditazione, con mezzi chimici, con attività fisiche come respirazione, esercizi, jogging, yoga asana. Alterare positivamente la fisiologia può alterare positivamente la coscienza e viceversa.

Con tutti questi diversi approcci, una delle maggiori preoccupazioni è l’abitudine e la dipendenza. Se uno stato non ordinario diventa un mezzo di fuga, allora creiamo i passi verso la dipendenza. Oppure, se lo usiamo nella misura in cui usciamo dallo stato di veglia della vita umana e viviamo perennemente “da qualche altra parte”, di nuovo stiamo lasciando uno stato di integrazione ed equilibrio e abbiamo messo la nostra vita in una posizione non favorevole.

Le voglie di dipendenza, fisiologicamente e psicologicamente, sono dovute a una mancanza di integrazione, a luoghi bloccati che non fluiscono con energia e cambiamento. L’alcolista, il drogato di eroina, il tossicodipendente, potrebbero usare lo stato non ordinario indotto chimicamente come via di fuga o “correzione” per sentirsi meglio. Ecco che così, invece di uno stato diverso di coscienza che aiuta a prepararsi alla vita, a bilanciare i luoghi di squilibrio, a integrare ed espandere la nostra consapevolezza multidimensionale, gli stati non ordinari diventano controproducenti.

La chiave è sempre la coscienza. Quando la coscienza cresce e scorre, promuoverà la vita. Ma come con tutte le cose buone, possiamo utilizzarla male e abusarne. L’uso corretto, che può variare a seconda dell’individuo, ci consente di avanzare in modo efficiente con abilità.

Il tossicodipendente che rimane solo imbambolato o colui che medita tutto il giorno non vive lo stato di veglia con le sue sfide e i suoi scopi. La passione per la vita per raggiungere il suo scopo è persa, perché non è nel qui e ora, non è presente per realizzare il lavoro dell’anima sul piano materiale. Solo pochi di noi potrebbero aver già completato il loro compito e quindi “ritirarsi” nella semplicità dell’unione estatica. Per la maggioranza di noi, c’è invece del lavoro da fare.

Tuttavia se lavoriamo solamente con gli stati abituali di coscienza ci esauriamo, o entriamo nella viscosità della vita, o entrambe le cose. Invece, lo stato non ordinario ci fornisce un sollievo dalla pressione dei confini, un nuovo punto di vista, una tregua. Potrebbe semplicemente liberarci dalla gravità di tutto ciò o potrebbe fornirci un nuovo approccio e nuove risposte. Ma il cambio di marcia è necessario per non far l’errore di affidarci a una sola singola marcia!

(Articolo tratto dal materiale di formazione per facilitatore Deva Work®)

Ti è piaciuto? Condividilo, grazie:

7 risposte su “Stati di Coscienza non Ordinaria”

Cara Marisa, vengono a volte da 300 km di distanza in quanto si tratta di percorsi intensivi che si possono svolgere in uno o due fine settimana. Abbiamo anche convenzioni per i pernottamenti. Intanto, ti auguro il meglio. Cosimo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *